“Hic et nunc“.
Quali altre figure saprebbero ben intendere questa locuzione latina se non un qualsiasi attore teatrale o un qualsiasi suo spettatore? Il teatro è per sua stessa natura un’arte che vive qui e ora e non potrebbe non essere così. Ogni opera, ogni interpretazione, iniziano a vivere nel momento stesso in cui si apre il sipario. Emozioni, tensioni, sentimenti, azioni, nascono in quel dato momento e finiscono al termine del gesto. Ineguagliabili, irripetibili, perennemente vive. Questa peculiarità ci permette di poter vivere, come sempre nuove, opere conosciute da secoli. Non cambia il loro corpo, muta la loro anima, capace di realizzare infinite possibili varianti.

Ma cosa accadrebbe se si portasse in scena qualcosa che ancora non c’è? Un’opera mai scritta e mai esistita. Cosa accadrebbe se degli attori salissero sul palco senza sapere cosa fare? Se si trovassero di fronte un nutrito pubblico con l’obbligo di creare “tunc et ibidem“ una scena di teatro con delle specifiche modalità sconosciute fino a un attimo prima. E se scoprissero da altri cosa dover fare?